Riconoscibile e iconico come pochi altri nel mondo della moda, divenuto emblema di una delle più grandi Maison parigine del lusso: è il Monogram di Louis Vuitton.
Il celebre logo, che oggi campeggia su borse, valige, abiti e accessori, narra una storia di altri tempi, che si dipana fra polverose botteghe artigiane, pesanti bauli da viaggio, mani esperte e qualche testa coronata.
Louis vive in un piccolo villaggio della Borgogna, quando, giovanissimo, resta in poco tempo orfano sia di madre che di padre. É allora che, a piedi, si avventura in cerca di un futuro migliore verso Parigi: si tratta di un viaggio molto lungo, che impiegherà ben due anni a compiere, arrangiandosi con qualsiasi tipo di mestiere per sopravvivere. É il 1837 quando giunge finalmente nella ville lumière, dove riesce a farsi assumere alla bottega di Monsieur Marechal, allora noto fabbricante di bauli e valigie. Le doti del giovane Vuitton non tardano ad emergere, facendolo divenire in poco tempo uno degli artigiani più richiesti. Sembra che anche la moglie di Napoleone III si affidasse solo a lui per la realizzazione dei suoi bauli da viaggio.
Il primo Atelier di Louis Vuitton
Sono passati 17 anni alle dipendenze di Marechal, e Louis Vuitton è pronto per fare il grande salto, aprire il suo Atelier al numero 4 di Rue Neuve-des-Capucines, vicino a Place Vendome. Il successo è immediato e pieno, tanto da portarlo ad espandere l’attività e ad inaugurare, nel 1859, l’Atelier ad Asnières: ampliato più volte nel corso degli anni, è divenuto “la casa” in cui i prodotti Louis Vuitton vengono creati, ed è ancora oggi così.
In quegli anni, Louis Vuitton dà nuovamente prova della sua straordinaria creatività, ripensando i bauli che lo hanno reso celebre. Li fa diventare più leggeri, impilabili, dotati di scomparti e cassetti e rivestiti esternamente di una tela impermeabile. Questa diventerà la nota tela “Damier”, nel 1888, per far fronte al proliferare di prodotti contraffatti e, per la prima volta, sarà accompagnata dalla dicitura “marque L. Vuitton déposée”.
É gettato il seme per la nascita del celebre “Monogram”, che avviene solo nel 1896 ad opera del figlio di Louis, George, proprio in onore alla memoria del padre, che era morto nel 1982. Quel motivo con le lettere LV, accompagnate da un pattern con fiori e quadrifogli, è quello che, ancora oggi, viene inciso sulle creazioni della Maison.
La storia dopo Louis
Nell’ultima parte della sua carriera, Louis Vuitton aveva iniziato a lavorare sulle borse da viaggio e sulle borse a mano, che furono poi gli eredi, George e i nipoti, a lanciare sul mercato. A loro si deve l’essere riusciti a proseguire con passo sicuro sulla strada tracciata dal fondatore del marchio.
Nel tempo, il Monogram di Louis Vuitton è stato più volte reinterpretato, grazie all’estro di noti stilisti e di collaborazioni entrate nella storia della Maison. Tuttavia, il classico Monogram beige su fondo marrone è ancora oggi uno dei più desiderati, il vero grande “classico” del brand.
Nella storia del Monogram e della Maison Louis Vuitton, scritta da un ragazzino partito da solo alla volta di Parigi, si respira tutta l’atmosfera di un’epoca lontana, nella quale gli artigiani, con la loro sapienza e manualità, realizzavano pezzi unici e di inestimabile valore. La ricerca di quella maestria, qualità, perizia, il fascino senza tempo del lusso, del “fatto a mano”, è ciò che ancora oggi spinge all’acquisto di un accessorio marchiato Louis Vuitton. Il Monogram è diventato uno status symbol, declinabile in una serie infinita di abbinamenti, trasversale fra le generazioni, sempre attuale ma di grande classe.
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Immagini: Louis Vuitton; Pinterest
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