Il trench e le sue declinazioni, dalla trincea al cinema

Un capo che non conosce declino e che è arrivato fino a noi mutando diverse volte destinazione d’uso e dettagli. Capo simbolo della celebre maison Burberry, è dotato di innata raffinatezza e, per scegliere come abbinarlo, ci si può ispirare ai classici del cinema.

Ha sviluppato una passione sfrenata per il cinema, ma ha anche saputo elegantemente declinarsi fino ad assumere foggia di divisa. Divenuto oggi uno dei capi basici di ogni guardaroba, il trench porta con sé una storia costellata di nomi illustri.

Le sue origini sono britanniche ed associate al nome di Thomas Burberry che, giovanissimo, inizia a sperimentare dei tessuti impermeabili e traspiranti. E’ il 1901 e Burberry, che nel frattempo aveva aperto dei negozi anche fuori Londra, propone dei disegni di impermeabili militari al ministero della guerra. Divenuto così divisa, il trench (termine inglese che significa proprio “trincea”) si arricchisce di spalline, tasche, cinghie e sperimenta anche una versione doppiopetto. Dopo la fine della prima guerra mondiale, si adatta perfettamente alla quotidianità ed entra a far parte dell’abbigliamento casual.

Bisogna aspettare il 1920 per assistere alla comparsa del Novacheck, il tessuto scozzese dapprima utilizzato per i rivestimenti e poi sdoganato anche per la realizzazione di capi ed accessori. Molto amato dagli esploratori, il trench non disdegna nemmeno il mondo politico, dove conquista sia il presidente Eisenhower che lo statista Churchill. Per arrivare ai nostri giorni, il classico trench ebbe bisogno di reinventarsi, e lo fece grazie al sapiente contributo di nuovi direttori creativi.

Da lì, campagne pubblicitarie affidate a fotografi della fama di Mario Testino, testimonial come Kate Moss e riuscite operazioni marketing portarono i trench Burberry alla conquista dei clienti più giovani.

La storia di questo capo, legata a doppio filo al marchio Burberry, è però fortemente intrisa dell’allure cinematografica. Senza distinzione di genere, rimangono nella storia, per fare qualche esempio, il trench di Humphrey Bogart in “Casablanca”, quello dell’ispettore Clouseau, o quello di Audrey – che in “Colazione da Tiffany” lo abbina al tubino nero – quello di Meryl Streep ne Il Diavolo veste Prada, fino a quello indossato da Alain Delon in Frank Costello faccia d’angelo.

il diavolo veste prada

Immagini: burberry.com

 

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