Gucci, teste mozzate in passerella
Così sarebbe insorto Giorgio Armani contro la discussa scelta del designer di Gucci, Alessandro Michele, di mandare in passerella modelli e modelle con sotto braccio il calco della loro testa.
Facciamo un passo indietro. La location della sfilata si presentava allestita come una sala operatoria, il che faceva già presagire che ci fosse da aspettarsi qualcosa di insolito. Aspettativa soddisfatta dall’ingresso della prima modella con in mano il calco della propria testa: una sorta di alterego mozzato, un pezzo sostituito e portato in giro al pari di una borsetta.
É proprio questo il messaggio sotteso alla provocazione lanciata dalla Maison: siamo ibridi e, nelle mani dello stilista che taglia e cuce tessuti, assumiamo nuove identità. “Ci riappropriamo di ciò che vogliamo essere, siamo i dottor Frankenstein delle nostre vite“, ha dichiarato Alessandro Michele.
Così, Gucci porta all’attenzione del pubblico un tipo di racconto che va oltre lo show: la cosiddetta #GucciChallenge impazza infatti sui profili social di personaggi più o meno famosi, intenti a giocare con ogni riferimento alla sfilata. Il veicolo scelto per far passare i messaggi del designer può non piacere o scontrarsi con l’idea di un mondo patinato quale è, in apparenza, quello della moda. Si corre forse il rischio di desensibilizzarsi di fronte a immagini di questo tipo? Eppure, il cinema fa molto di “peggio” e da sempre. Se questo linguaggio, invece, lo usa la moda, non siamo totalmente pronti ad accettarlo.
Michele mostra, inoltre, di conoscere bene il pubblico più giovane e di dargli quello che desidera. Andate a guardare il suo profilo Instagram, dove raccoglie ciò che lo ispira, le immagini che lo colpiscono, in una sorta di moodboard.
É l’invito a un nuovo tipo di dialogo con il pubblico, al quale sembrano esserci certamente reazioni indignate ma anche molte positive risposte.
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Immagini: Camera della moda
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